GECO - Feria virtual italiana de sostenibilidad
Una delle prime e più evidenti conseguenze della diffusione dello smart working, durante la pandemia, è stato il miglioramento della qualità dell'aria in molte aree urbane. Questo dato non è sorprendente, se si pensa che circa il 15% delle emissioni prodotte dai veicoli a motore a livello globale è prodotto dagli spostamenti per andare al lavoro. Guardando al problema da una prospettiva trasversale e globale, appare evidente come una politica sistematica di incentivi alla mobilità sostenibile per gli spostamenti casa-lavoro possa contribuire significativamente alla riduzione dell'impatto ambientale delle attività umane. In Europa, alcuni Paesi stanno già investendo in questo senso, creando programmi di incentivi per la mobilità sostenibile dei lavoratori e supportandoli con figure professionali e di consulenza il cui scopo è aiutare le aziende a trovare le soluzioni “green” più adatte ai propri dipendenti.
Da una prospettiva globale, le emissioni generate dai dipendenti che devono raggiungere il luogo di lavoro fanno parte della quota di emissioni globali che l'azienda genera. Negli USA, per esempio, è ancora molto comune incentivare i dipendenti ad arrivare al lavoro in auto, offrendo spazi per il parcheggio. Ne consegue che, per ridurre il proprio impatto ambientale, ogni azienda debba tenere in considerazione anche questi aspetti, incentivando per esempio forme di lavoro ibrido, incoraggiando lo smart working laddove possibile e, soprattutto fornendo opzioni sostenibili ai dipendenti che devono raggiungere la sede.
Ovviamente, perché un'azienda possa offrire una gamma di soluzioni di mobilità sostenibile ai propri dipendenti, queste devono essere praticabili e devono esistere alcune infrastrutture di base adatte al territorio, come piste ciclabili e una rete di trasporto pubblico efficiente. Per questo, anche in Italia, si è diffusa la figura professionale del mobility manager, che spesso fa da anello di congiunzione fra aziende e istituzioni pubbliche, per indicare quali necessità dei pendolari possono essere soddisfatte anche da interventi sulla mobilità pubblica.
Gli interventi che un'azienda può mettere in atto sono molteplici e, ovviamente, direttamente proporzionali alle dimensioni dell'azienda stessa. Una grande azienda con molteplici sedi, per esempio, potrà prestare attenzione, nella costruzione o nell'acquisto di nuovi edifici, all'ottimizzazione dei percorsi dei dipendenti, assicurandosi di selezionare zone facilmente raggiungibili con il trasporto pubblico, ma anche privilegiando la creazione di parcheggi per le biciclette e stazioni di ricarica per le auto elettriche rispetto ai parcheggi tradizionali.
Oltre agli interventi infrastrutturali, è possibile anche creare collaborazioni con i servizi già presenti sul territorio, per esempio ottenendo convenzioni agevolate con i car-sharing e bike-sharing locali, che offrano tariffe speciali riservate ai dipendenti. Quest'ultima opzione è facilmente implementabile anche da parte delle aziende più piccole, che non hanno le risorse per intervenire sulle infrastrutture circostanti come parcheggi o colonnine di ricarica.
Come sempre, la sostenibilità è uno sforzo collettivo e dipende da tutte le parti in causa: alla volontà dell'azienda di incentivare la mobilità sostenibile deve corrispondere una volontà dei dipendenti di avvalersene e uno sforzo delle istituzioni che la renda possibile, sicura e conveniente.
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Published on 09-02-2022
